Covid: a Napoli in corteo con bara per crisi da restrizioni

 Un carro funebre sul lungomare di Napoli, con una bara vuota ma coperta dalla bandiera italiana.
    Così alcune categorie imprenditoriali hanno manifestato oggi a Napoli il pianto del 2 novembre per l’impresa nell’era del covid. Il corteo ha visto circa duecento persone tra commercianti, artigiani, proprietari di ristoranti e bar della movida, che hanno protestato per la nuova ondata di chiusure e restrizioni dovuta alla seconda ondata della pandemia cpovid19.
    “O ci ascoltate o rischiate le quattro giornate”, recita uno striscione portato alle spalle del carro funebre da parte di chi non si sente ascoltato dalle istituzioni.
    “Le continue chiusure – spiega Giuseppe Piras, dell’associazione “Stamm cca’” che raccoglie commercianti, artigiani e partite Iva – ci fanno vivere nella precarietà senza progetti d’impresa e anche quando siamo stati aperti le entrate si sono dimezzate. Io faccio il parrucchiere e ho un calo del 50% dei clienti. Lo stato deve venirci incontro, contabilizzando le nostre perdite che non ci vengono riconosciute e che pesano anche sulle tasse.
    I ristori sono simbolici, un contentino”. Il corteo di protesta è partito dopo una requiem suonato con la tromba ed è arrivato davanti alla sede della Regione Campania per chiedere una maggiore interlocuzione con le autorità.