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Gli arabi di Al Jazeera celebrano Maradona a Napoli con un docu-film di Mohamed Kenawi e Sergio Siano

 “MARADONA – uno scugnizzo di Napoli”, il documentario sull’esperienza del fotoreporter Sergio Siano che negli anni ’80 ad appena 16 anni, con la sua macchina fotografica ha iniziato a raccontare le imprese di Diego, seguendolo a bordo campo e in giro per la città, rifuggendo le immagini folkloristiche e scontate del campione. Le sue fotografie creano una narrazione simile a un racconto cinematografico. 

ll ‘Pibe de Oro’, simbolo della rivincita dei napoletani, portò la squadra e la città verso una rinascita globale, tra mille contraddizioni, ma dando vita a questa interminabile storia d’amore. Ora, con i nuovi scatti, Sergio racconta ancora questo legame, sempre più rafforzato e visibile ovunque, sopratutto nei cuori della gente, anche quelli che non hanno vissuto gli anni di Maradona.

Mario Casti ha realizzato sul muro esterno del centro Sportivo Paradiso a Soccavo a Napoli uno splendido Murale che raffigura Maradona seduto sul pallone che osserva sua figlia Dalma che raccoglie margherite.

Diego Maradona è un’icona mondiale, lo sappiamo. E ora sono gli arabi a celebrarlo con un docu-film dal titolo ‘Maradona uno scugnizzo di Napoli’. Una produzione di Al Jazeera, realizzata dal regista egiziano Mohamed Kenawi, che sarà presentata martedì 7 giugno alle 19 all’Istituto francese di via Crispi 86. In inglese, il titolo è ‘Maradona il ribelle che amiamo’. La serie partirà sui canali arabi ed europei di Al Jazeera a fine ottobre, alla vigilia dei Mondiali in Qatar.

Docu-film su Maradona: due mesi di riprese a Napoli

Per realizzare il docu-film su Maradona sono stati necessari due mesi di riprese a Napoli. La città è stata vivisezionata da Kenawi: “E dovunque, in qualsiasi ambito, Maradona era la parola chiave per entrare nel cuore dei napoletani. Mi ero chiesto: è possibile che vi sia un amore così forte anche dopo la sua morte? La risposta è in quelle tracce che aumentano con il passare del tempo. Non sono riuscito a trovare un termine inglese che rendesse bene la parola scugnizzo, utilizzata nel titolo italiano. Maradona è uno scugnizzo per la passione con cui ha difeso il popolo napoletano e per quella capacità di umiliare gli avversari, buttandoli giù come birilli”.

Maradona e il docu-film: così ha guarito un ragazzo dalla depressione

Kenawi ha affidato il racconto a Sergio Siano, fotoreporter del Mattino, che è stata anche la guida in città. Spiega: “Agli inizi degli anni ’80 a Napoli c’era un clima forte, dovunque paura e tensione. Nello stesso periodo in cui arrivò Maradona, era stato ucciso Giancarlo Siani. Ero un ragazzo che rischiava la depressione e di non amare la mia città. Se oggi amo Napoli, molto lo devo a Maradona”.

Siano seguiva partite e allenamenti: “Il Paradiso, il campo dove si allenava il Napoli, ti dava pace. In quel luogo c’era il dio del calcio”. Un’altra voce del docu-film è l’artista Mario Castì Farina, che ha realizzato il murale che appare sul muro di cinta del vecchio centro sportivo del Napoli. L’artista immagina Siano in giro per Napoli per documentarsi in vista della scrittura di un libro su Maradona.

Docu-film di Siano: tutti gli attimi eterni di Maradona a Napoli

C’è tutto Maradona a Napoli nella produzione di Al Jazeera. Il Maradona scugnizzo, vestito di stracci, che palleggia con un’arancia sul presepe dei fratelli Scuotto; la pizza dedicatagli da Maria Cacialli nel ristorante dove tutto ha il sapore del Napoli e del suo capitano; la poesia di un poeta palestinese, letta dal ristoratore e artista Omar Suleiman, che così vedeva il numero 10: “Faccia d’angelo, cuore di leone e gambe di gazzella”. Il capello del Diez, raccolto da Bruno Alcidi sul poggiatesta di un aereo ed esposto nel bar di piazzetta Nilo; i ricordi di Fabio Zizolfi, ragazzo dei Quartieri Spagnoli che ha i brividi raccontando quelle domeniche; la mostra fotografica che Yvonne De Rosa, titolare di Magazzini Fotografici, propose a Sergio, poi realizzata nel centro commerciale Jambo-1 di Trentola Ducenta (Caserta), confiscato alla camorra.

Sabir, l’album di Erasmo Petringa, è la colonna sonora del viaggio malinconico, in cui si passa dalle urla dell’allora San Paolo  ai silenzi del 25 novembre 2020, quando Napoli apprese della morte del dio del calcio. Il docu-film si chiude al Gambrinus, dove la storia abbraccia la storia.

Carlo Ferrajuolo

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