Inaugurata la mostra del guanto a Pozzuoli

Inaugurata la mostra del guanto a Pozzuoli

È stata inaugurata di recente presso la SSIP (Stazione Sperimentale Industria delle Pelli e delle Materie Concianti) del Parco tecnologico Adriano Olivetti di Pozzuoli la Mostra itinerante “La casa del guanto”.

L’evento si inserisce all’interno di una serie di iniziative per il centenario di CPMC, rivista ufficiale della SSIP, il cui primo numero uscì nel 1923 e del primo numero pubblicato nel 2023 con un focus dedicato a “Cuoio e Made in Italy: i nuovi strumenti per la sostenibilità e circolarità delle produzioni”. 

Una storia antica fra utilità e simbolismo

Il guanto o l’uso dei guanti ha una storia antica quasi quanto quella dell’uomo. Dal germanico want, in inglese glove, in francese gant, handschuh in tedesco: scarpa per mano.

I guanti acquisiscono una simbologia vera e propria nell’Alto Medioevo, quindi fra il 476 a.C. e l’anno mille, per essere ancora più specifici, dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente.

I guanti si ricordano nelle popolazioni barbariche il cui scopo era esclusivamente funzionale: proteggere le mani dal freddo. Con il passare dei secoli questa funzione è rimasta invariata, tutt’oggi indossiamo i guanti per proteggerci e in più li si usano con lo stesso scopo anche nel campo sportivo e militare. Nell’Alto Medioevo venne usato principalmente per scopi religiosi: separare la mano umana dal corpo di Cristo. In seguito, sarà uno strumento di comunicazione fra gli amanti.

Il simbolismo principale che richiama il guanto sono l’amore e il desiderio dal mito dell’amore di Venere per Adone. Quest’ultimo in una battuta di caccia si ferì la mano e dal suo sangue nacquero una rosa rossa. Successivamente la dea ordinò alla tre grazie di cucire attorno alla mano di Adone un rivestimento di cuoio!

La produzione dei guanti inizia così a espandersi, ne avremo di vari colori e materiali, impreziositi da fini decorazioni e ricami.

Il guanto diviene status symbol

Il guanto nelle varie corti di tutta Europa più è prezioso, più alto è il rango del proprietario. In alcune occasioni, fra il Medioevo e il Rinascimento sarà buona educazione toglierlo per mostrare la propria sincerità, come se ci si mettesse nudi dinnanzi al sovrano o alla legge.

Il massimo dell’espressione avverrà alla corte di Luigi XIV in cui sarà adornato con piume, perle, gemme e nastri. Sarà poi, con Marie Antoinette che nel ‘700 sarà utilizzato solo per l’equitazione e la caccia, in quanto la regina preferì uno stile più semplice, lontano dalla pomposità di Versailles. Con Napoleone e l’inizio del’800 il guanto tornerà in tiro sia nella moda femminile che per quella maschile. Nel primo caso per coprire le braccia lasciate scoperte dagli abiti stile impero

Dal Novecento i guanti hanno subito vari cambiamenti, sinonimo di eleganza, lo ritroveremo nei film più famosi: Holly in Colazione da Tiffany, Il Portiere di Notte, (…). Per non parlare dele sfilate di moda e nelle copertine che li hanno visti come protagonisti.

L’arte del guanto è da ricercarsi nei numerosi artigiani che e nei pochi che continuano a portare questa tradizione avanti. Napoli ne fa un primato andando fiera del proprio patrimonio, “La casa del guanto” presenta l’avvio dei corsi di istruzione professionale del settore guantario.

Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli che ne ha curato allestimento e impostazione grafica. Nella Mostra, sono state esposte per la prima volta le foto dell’archivio SSIP che narrano lo svolgimento dei corsi di formazione e manufatti della produzione guantaria, alcuni donati dall’azienda dismessa Temin. L’ultima sezione della Mostra è dedicata al guanto come accessorio e linguaggio del fashion nell’ambito della moda fra gli anni ‘50 e‘70.

Una Mostra dinamica e itinerante, che lascia stupiti per tutto ciò che si nasconde dietro a questa arte, dall’inizio al prodotto finale. Il 19 e 20 luglio al MANN di Napoli, (Museo Archeologico Nazionale), ci sarà un momento dedicato nell’ambito della fiera internazionale Lineapelle a New York e sarà al Museo della Moda Napoli – Fondazione Mondragone il 30 novembre.

L’iniziativa è stata presentata da Edoardo Imperiale, direttore generale della Ssip, Serena Iossa (responsabile Politecnico del Cuoio) e Carmelina Grosso (responsabile Biblioteca), coordinatrici della mostra.

A seguire, durante l’inaugurazione sono intervenuti Patrizia Ranzo (Dipartimento di architettura e disegno industriale e Responsabile di Officina Vanvitelli, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli), Graziano Balducci (presidente Ssip), Fulvia Bacchi (Direttore generale UNIC – Unione nazionale industra conciaria), Armida Filippelli (assessore alla Formazione professionale della Regione Campania), Lise Moutoumalaya (console generale di Francia a Napoli), Sandro Temin (rappresentante di una storica famiglia di guantai), Carlo Palmieri (presidente fondazione Moda Campania – Mia e vicepresidente Sistema Moda Italia) e Gianni Russo (presidente Russo di Casandrino e di LineaPelle, già presidente di Unic). In collegamento video è intervenuto il direttore del Mann Paolo Giulierini.

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