L’IMPATTO DELLA TECNOLOGIA SULL’AMBIENTE

Redatto Da: Dente Angelo e Labruna Lorenzo.

Da diversi secoli l’ evoluzione delle attività umane si intreccia con le tematiche ambientali, creando scontri non indifferenti.

L ‘impatto della tecnologia sull’ambiente, intesa come progresso tecnologico in ogni settore, ha fatto registrare un forte impatto sulla natura.

Al contrario di alcuni secoli fa, però, oggi ne abbiamo la piena consapevolezza: adottare approcci sostenibili per raggiungere un obbiettivo green è diventato un dovere che coinvolge tutti.

TECNOLOGIA E IMPATTO AMBIENTALE

È facile immaginare l ‘inquinamento prodotto dalle prime due rivoluzioni industriali (soprattutto la seconda concentrata sull’era del petrolio).

La fase industriale,  poi,  vede l’uso di energie non rinnovabili per alimentare macchinari e la conseguente immissione nell’atmosfera di smog e sostanze inquinanti.

Le cause dell’inquinamento ambientale dovute ad eventi naturali riguardano principalmente le sostanze chimiche emesse durante le eruzioni vulcaniche. Molto più estese sono le cause di inquinamento ambientale derivate dalle attività umane, dall’industria, dalla produzione di energia elettrica e riscaldamento, dall’agricoltura intensiva e dal traffico automobilistico. 

Esistono tante azioni che possono porre rimedio all’inquinamento ambientale, una delle tante sono le energie rinnovabili, il termine “rinnovabili”, più precisamente, indica forme di energia rigenerabile e dunque non esauribile, che non implicano la distruzione delle risorse naturali e garantiscono pertanto un maggiore rispetto dell’ambiente.

Le risorse da cui sono prodotte le energie rinnovabili, al contrario, si rigenerano molto rapidamente grazie a veri e propri impianti con cui è possibile produrre elettricità a partire dall’energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica.      

  OPPORTUNITÀ ECOLOGICA

Fonte di energia pulita, rinnovabile ed inesauribile, l’energia eolica altro non è che l’energia cinetica prodotta dal movimento dell’aria sulla superficie terrestre, l’eolico è in costante sviluppo: se fossero confermati gli attuali trend di crescita, questa energia potrebbe entro il 2030 coprire il 20% della domanda elettrica a livello globale, con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 3 miliardi di tonnellate annue. 

L’eolico non inquina e non produce rifiuti perché il vento è una fonte energetica rinnovabile e pulita, oltre che priva di costi.

Si tratta di un’energia facile da reperire e da produrre. 

La crescente presa di coscienza in ordine alla necessità di contenere l’impatto ambientale ha favorito la diffusione, a livello mondiale, delle fonti energetiche alternative come quella eolica piuttosto che l’energia idroelettrica. L’obiettivo è la drastica riduzione della produzione di energia elettrica derivante da combustibili fossili a cui fa da contraltare l’incremento della produzione di energia utilizzando l’eolico e i pannelli  fotovoltaici solari  e l’introduzione di sistemi per l’accumulo dell’energia così prodotta.

TESLA, PER UN FUTURO MIGLIORE!

Tesla è un’azienda statunitense specializzata nella produzione di auto elettriche, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico.      
L’obbiettivo di questa grande azienda è quello di produrre veicoli elettrici ad alte prestazioni.
L’azienda immagina tesla come una casa automobilistica indipendente con lo scopo di garantire auto elettriche a prezzi molto accessibili al consumatore medio per introdurre nel mercato l’utilizzo di fonti rinnovabili e non inquinanti.

È possibile ricaricare l’auto elettrica a casa, in ufficio (se sono presenti le stazioni di ricarica) o presso stazioni di ricarica aperte al pubblico. Anche se in Italia le colonnine di ricarica sono in alcune località rare da trovare e in altre proprio impossibili. Ciò non spingerà di sicuro agli acquirenti di acquistare delle auto elettriche e quindi non comporterà allo sviluppo di questo settore importantissimo se si vuole diminuire l’emissione di Co2.

LA PRIMA AUTO ELETTRICA

Nei otimi anni dell’Ottocento, l’imprenditore scozzese Robert Anderson ideò la prima vera e propria carrozza senza cavalli: la prima carrozza elettrica (1832-1839). Negli stessi anni, più precisamente nel 1835, il Professore olandese Sibrandus Stratingh iniziò a progettare il primo modello di auto elettrica, di seguito realizzato dal suo collaboratore Cristopher Becker. In seguito tra gli anni ‘60 e ’70 del XIX secolofu portata una sperimentazione sulle batterie dei veicoli elettrici dagli ingegneri francesi Gaston Planté e Camille Faure, e grazie a queste innovazioni le nuove vetture elettriche risultarono particolarmente competitive se paragonate ai modelli tradizionali a benzina o a vapore.

Le auto elettriche in quel periodo erano molto più comode, Infatti, se le auto a vapore e a benzina mostravano diverse problematiche in merito all’avviamento del motore, al surriscaldamento e all’emissione eccessiva di fumi e rumori le macchine elettriche risultavano molto più comode e pratiche grazie alla semplicità di guida e all’assenza di rumori. Basti pensare che il record di velocità che sfondò la barriera dei 100 km/h fu realizzato nel 1899 dal pilota belga Camille Jenatzy con il suo veicolo elettrico a forma di razzo, La Jamais Contente.

IMPATTO DELLA PLASTICA SULL’AMBIENTE

La plastica è un materiale NON BIODEGRADABILE, e la natura impiega quasi mille anni per farla scomparire del tutto. Se pensiamo che ogni giorno nel mondo vengono buttate 67 milioni di bottiglie di plastica, anche nel nostro oceano, che si formano grossi accumuli di  plastica che galleggia e per questo si è formata “ L’ISOLA DI PLASTICA” che si estende fino a 10 milioni di km quadrati, praticamente quanto la superfice degli stati uniti.

Uccelli, pesci, balene e tartarughe sono solo alcune delle vittime dei rifiuti di plastica scaricati negli oceani. Ogni anno un milione e mezzo di animali muoiono per soffocamento o intossicazione. E il problema è destinato a peggiorare.

COME RIDURRE LA PLASTICA

Nella nostra battaglia, e qui poi si tratta di vincere la guerra contro l’inquinamento, si è ormai consolidata una leva importante: la scelta netta dei Paesi dell’Unione europea per vietare e sostituire i prodotti di plastica usa-e-getta. In una parola: uscire dalla plastica e liberarci.

 La Commissione ha fatto una mossa importante: via piattiposate, bicchiericannuccetappi e coperchietti di plastica. Via i prodotti usa-e-getta imbottiti di Pet. Via i micidiali cotton fioc. Tutti materiali che contribuiscono per oltre l’80 per cento ad accumulare i rifiuti in mare e sulle spiagge. I Paesi dell’Unione dovranno inoltre raccogliere e riciclare il 90 per cento della plastica utilizzata. Ma la mossa più importante la dobbiamo fare noi comuni cittadini che facciamo poco           quasi nulla, per ridurre, anche con piccoli gesti di ogni singolo individuo possiamo vincere questa battaglia.

Per iniziare eliminiamo dai nostri consumi oggetti come le cannucce, anche nei bar, le buste della spesa e le posate di plastica che purtroppo sono ancora in circolazione. modifichiamo alcuni paradigmi degli acquisti, ricordandoci che il 39% della plastica è utilizzata per imballaggi. Plastica che poi viene gettata e non sempre nel posto giusto. E cerchiamo di comprare acqua confezionata nelle bottiglie di vetro.

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