Oms: Variante delta presenta in 104 paesi

Cresce l’allarme sulla diffusione della variante Delta che ormai ha già raggiunto 104 Paesi al mondo, sette in più solo nell’ultima settimana. Questi i dati contenuti nel “Weekly Epidemiological Update” dell’Oms, il rapporto settimanale dell’organizzazione mondiale della sanità che fotografa la pandemia a livello globale. La variante, individuata per la prima volta in India nell’ottobre 2020, considerata più contagiosa e destinata a rappresentare la maggior parte dei futuri contagi, al primo giugno – rileva il Rapporto Oms – era presente in 62 Paesi, per passare a 80 a metà del mese scorso e rimbalzare a 104 la settimana scorsa.

L’Organizzazione mondiale della sanità a lancia, dunque, un nuovo monito. “Prudenza estrema per la fine totale delle restrizioni in questo momento, perché altrimenti ci saranno delle conseguenze – ha detto Michael Ryan, responsabile delle emergenze sanitarie dell’organizzazione –. Assumere che il tasso di infezione da Covid non aumenterà grazie ai vaccini è un errore”.

“Abbiamo appena superato il tragico traguardo di quattro milioni di morti registrate per Covid-19, che sicuramente sottovaluta il bilancio complessivo” ha sottolineato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa.

Intanto i contagi continuano a correre nel Regno Unito che incassa un nuovo record di 32.548 in 24 ore, il picco da metà gennaio e si fa più concreta la minaccia di nuovi focolai Covid alimentati dall’aggressiva variante Delta importata dall’India e – nelle fasi finali degli Europei di calcio – destinati a propagarsi fra i 60mila tifosi che sono tornati ad affollare gli spalti di Wembley. Un rischio soprattutto in vista della riapertura totale del Paese annunciata entro i prossimi 10 giorni dal governo britannico di Boris Johnson. “Io penso – ha affermato il ministro delle Attività Produttive, Kwasi Kwarteng – che saremo in grado di gestire il rischio, ma non possiamo dire che i rischi non esistano quando si hanno migliaia di persone riunite in un luogo”. La sfida, del resto, come dichiarato da Johnson in questi giorni, diventa adesso quella del rischio calcolato, non di un illusorio rischio zero. Anche perché, ha fatto eco Kwarteng, la gente e il business non possano avere “allo stesso tempo” la libertà che chiedono indietro e la pretesa d’una sicurezza assoluta a tempo indefinito. “C’è sempre un margine di rischio nella vita – ha insistito il ministro Tory –. Sono fiducioso che non vi sarà un grande focolaio, ma ora come ora non ci si può chiedere di garantirlo”.

La paura di una nuova ondata di contagi si estende al Giappone dove alla vigilia delle Olimpiadi, il Paese si appresta ad estendere lo stato di emergenza a Tokyo e in tre prefetture vicine fino al 22 agosto, includendo così il periodo dei Giochi. Lo stato d’emergenza comporterà ulteriori limiti al numero di spettatori all’evento sportivo, oltre alla chiusura anticipata di bar e ristoranti e restrizioni alla vendita di alcol. Per il Covid, è stata anche cancellata la staffetta della torcia olimpica sulla strada pubblica della capitale del Giappone.

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