Perché la variante delta minaccia gli sforzi contro il covid-19

La variante delta del covid-19, che ha travolto il Regno Unito, è diventata dominante in Portogallo ed è apparsa in vari focolai in Germania, Francia e Spagna, spingendo i funzionari sanitari europei a chiedere ulteriori azioni per rallentarne la diffusione.

La variante, che è emersa per la prima volta in India, rappresenta per ora solo una minima parte dei casi totali di covid-19 in Europa continentale, ma sta guadagnando terreno, secondo un’analisi dei dati genomici globali proveniente dalla base dati di tracciamento del virus Gisaid.

Questa variante rappresenta il 96 per cento delle infezioni covid-19 sequenziate in Portogallo, più del 20 per cento in Italia e circa il 16 per cento in Belgio, secondo i calcoli del Financial Times. Il piccolo ma crescente numero di casi ha sollevato la preoccupazione che la variante delta possa vanificare i progressi fatti dall’Ue negli ultimi due mesi, e che hanno portato le nuove infezioni e i decessi al loro livello più basso almeno dall’autunno scorso. “Siamo in procinto di schiacciare il virus e la pandemia, e non dobbiamo assolutamente permettere che la variante delta prenda il sopravvento”, ha dichiarato il 22 giugno il ministro della salute francese Olivier Véran ai giornalisti presenti in un centro di vaccinazione di Parigi.

Véran ha detto che dal 2 al 4 per cento dei campioni di virus analizzati in Francia sono risultati della variante delta: “Potrebbe sembrare una percentuale ancora bassa, ma è analoga alla situazione nel Regno Unito di qualche settimana fa”. L’analisi del Financial Times dei dati di Gisaid suggerisce che questa percentuale potrebbe essere più alta.

La diffusione della variante delta

Presenza della variante delta sul totale dei casi sequenziati, stime, in percentuale. - Le stime sulla prevalenza sono basate sui dati raccolti da Gisaid, Sciensano, Belgian National Reference Laboratory e Johns Hopkins Csse

Presenza della variante delta sul totale dei casi sequenziati, stime, in percentuale. (Le stime sulla prevalenza sono basate sui dati raccolti da Gisaid, Sciensano, Belgian National Reference Laboratory e Johns Hopkins Csse)

In Portogallo, una trasmissione della variante è stata rilevata nella popolazione dell’area metropolitana di Lisbona, dov’è stato identificato più del 60 per cento dei nuovi casi di covid-19 nel paese. I viaggi non essenziali da e per la città sono stati vietati dal 18 al 20 giugno, nel tentativo di evitare che il picco di casi si diffonda al resto del paese.

Gli scienziati di tutto il continente stanno ora guardando al Regno Unito – dove i casi di covid-19 sono triplicati nell’ultimo mese e la variante delta rappresenta circa il 98 per cento di tutte le nuove infezioni – per trovare indizi su ciò che potrebbe accadere in futuro e quali misure potrebbero essere necessarie. Dopo che i dati ufficiali hanno mostrato che la variante delta sembra aumentare il rischio di ricovero ospedaliero di 2,2 volte rispetto alla variante alfa, il governo britannico ha posticipato di un mese la fine delle restrizioni rimanenti in vigore contro il covid-19. “Le decisioni che il Regno Unito prende per riaprire la vita quotidiana e la società serviranno come laboratorio per noi in Europa”, ha dichiarato Bruno Lina, un virologo di Lione consulente del governo francese e impegnato a coordinare il sequenziamento delle varianti nel paese.

La variante delta a confronto con le altre varianti

Casi settimanali ogni centomila persone, per variante - Le stime sulla prevalenza sono basate sui dati raccolti da Gisaid, Sciensano, Belgian National Reference Laboratory e Johns Hopkins Csse

Casi settimanali ogni centomila persone, per variante (Le stime sulla prevalenza sono basate sui dati raccolti da Gisaid, Sciensano, Belgian National Reference Laboratory e Johns Hopkins Csse)

La possibilità che i vari focolai d’infezione delta spuntati nell’Ue si trasformino in grandi epidemie dipenderà in parte da quante persone sono state completamente vaccinate, hanno detto gli scienziati, e dal comportamento delle persone ora che sono state eliminate molte restrizioni alle attività quotidiane e lavorative. Una recente ricerca del governo britannico ha evidenziato la necessità di completare i programmi di vaccinazione il più rapidamente possibile.

Quanto proteggono i vaccini
Secondo i dati raccolti da Public Health England, la prima dose di un vaccino contro il covid-19 è generalmente meno efficace contro la variante delta rispetto alle altre. Due dosi aumentano dal 33 all’81 per cento la protezione contro l’infezione sintomatica da variante delta. Se nel Regno Unito circa il 46 per cento della popolazione è stata completamente immunizzata, i tassi di vaccinazione nella maggior parte dei paesi dell’Europa continentale si aggirano tra il 20 e il 30 per cento. In Francia circa il 26 per cento della popolazione è stata completamente vaccinata. Le autorità francesi stanno attualmente cercando di contenere un’epidemia nella regione delle Landes, vicino al confine con la Spagna, dove 125 casi della variante delta sono stati confermati dal sequenziamento genetico e si sospetta che altri 130 siano riconducibili alla stessa variante, pari a circa il 30 per cento delle infezioni recenti nella zona.

Alcuni focolai della variante delta sono stati identificati, nelle ultime settimane, anche nella periferia meridionale di Parigi e in una scuola d’arte di Strasburgo. In ciascuno di questi casi le autorità sanitarie hanno risposto con la stessa formula: un maggiore tracciamento dei contatti e una rinnovata spinta a vaccinare le persone nelle aree colpite. “Se continuiamo a vaccinare a un buon ritmo, e manteniamo alcune misure non farmacologiche come l’uso di mascherine al chiuso, possiamo ancora limitare la circolazione del virus quest’estate”, ha detto il virologo francese Lina. “Questa variante sostituirà le altre – dobbiamo esserne consapevoli – ma non significa che porterà a una nuova ondata epidemica”.

Tra gli scienziati c’è il timore che la variante delta possa essersi già diffusa ulteriormente ma senza essere stata individuata, dato che nell’Europa continentale il lavoro di sequenziamento genetico necessario per identificare le varianti va un po’ a rilento. Il Regno Unito ha sequenziato più di cinquecentomila genomi di sars-cov-2, mentre la Germania, la Francia e la Spagna ne hanno sequenziati rispettivamente circa 130mila, 47mila e 34mila. “È un’operazione costosa, che richiede tempo ed è stata trascurata”, ha dichiarato Antoine Flahault, direttore dell’Istituto di salute globale dell’università di Ginevra.

Differenze nella diffusione
Eppure la Danimarca, che ha sequenziato un’alta percentuale di casi, ha comunque identificato solo un piccolo numero di infezioni di tipo delta, anche se l’arrivo della variante nel paese è avvenuto quasi in contemporanea con il Regno Unito. Questo potrebbe essere parzialmente spiegato, hanno detto gli esperti, dalle differenze demografiche e di movimento, compreso il numero di casi importati nel Regno Unito da regioni con un’alta prevalenza, come l’India, e le condizioni di vita nelle comunità in cui si diffonde.

La differenza nel ritmo di diffusione della variante delta nei paesi europei rimane “un po’ un mistero”, ha dichiarato Jeff Barrett, direttore della Covid-19 genomics initiative presso l’istituto Wellcome Sanger di Cambridge. Tuttavia molti esperti credono che la variante delta diventerà dominante ovunque si diffonderà. La chiave, dicono, sarà aumentare la percentuale di persone completamente vaccinate, rallentando il più possibile la trasmissione del virus. “Dobbiamo far sì che il messaggio rimanga molto chiaro”, ha dichiarato Lina da Lione. “Non è finita qui”.

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