Riuso creativo: stimoliamo la fantasia contro gli sprechi!

Quante volte, presi dalla frenesia e dalla società del consumismo gettiamo un po’ di tutto, senza pensare al possibile riutilizzo?

Oggi ad Imagine – Il Mondo Che Vorrei abbiamo affrontato una puntata speciale, una puntata dedicata ad una tematica che sta tornando in voga in questi ultimi tempi, ma forse non abbastanza per tutti, il riuso e il riciclo creativo. Ospiti di questo nostro focus sono stati Nina Hadzhieva, Luigi Mingrone, Roberta De Gregorio e Vincenzo Minei, membri dell’Associazione Napoli InVita.

Questo lo conserviamo… potrebbe servire!”. Era la filosofia delle nostre nonne, quelle che non buttavano mai via niente perché magari, un giorno, quella cosa sarebbe potuta tornare utile. Loro lo facevano perché erano cresciute in tempi difficili, quando non era semplice avere cose nuove e ogni oggetto andava trattato con cura e parsimonia perché durasse più possibile e, anche quando fosse cessato il suo primo uso, potesse essere sempre usato per farne qualcos’altro. Oggi ci ritroviamo a rivalutare questa filosofia per motivi esattamente opposti: abbiamo una così grande disponibilità di oggetti nuovi, monouso e a basso costo, che non riutilizziamo più nulla, trovandoci giorno dopo giorno sommersi da montagne di rifiuti! 

Inutile negarlo: la produzione di oggetti, e soprattutto quelli in plastica usa e getta, sta sovrastando la stessa capacità umana di poterla gestire. Prestiamo per un attimo attenzione a ciò che ci circonda: di tutti gli oggetti di uso quotidiano, quanti di essi sono di plastica? Quanta plastica produciamo al giorno? Belle domande, che forse molti di noi pensano, ma che fanno scivolare via, magari pressati da altri problemi della routine della vita. Le comodità offerte dalla plastica hanno portato a una cultura dell’usa e getta che rivela il lato oscuro di questo materiale: oggi le plastiche monouso costituiscono il 40% di tutte quelle prodotte ogni anno. Molti di questi prodotti, ad esempio le buste di plastica o gli involucri per cibo, hanno una vita di pochi minuti o poche ore, anche se rimangano nell’ambiente per centinaia di anni. Siamo letteralmente sommersi da oggetti che buttiamo, si parla molto di consumo consapevole, scelte etiche e stili di vita salubri … Se fino a poco tempo fa i sociologi definivano la nostra come la “Società del consumo”, oggi si può parlare di Società dei rifiuti: non si fa in tempo a “consumare” un dispositivo che già lo consideriamo un rifiuto. Il ciclo di vita dei nostri beni termina prematuramente. Nella mia piccola riflessione che facevo in questi giorni ho trovato un colpevole di questa situazione, un po’ alla Agatha Christie: la televisione: tra tutte le invenzioni tecnologiche, quella che più ha condizionato e modificato la vita quotidiana dei cittadini di tutto il mondo è stata proprio lei! Quante volte ci troviamo a vedere un film e magari veniamo inondati di pubblicità che ci invoglia ad acquistare merce che magari non ci serve ma che, subdolamente, ci costringe a farci pensare che sia necessaria? Magari un determinato oggetto già lo abbiamo, forse non più nuovo, ma la nostra mente pensa che dobbiamo acquistare quel prodotto, diventa di vitale importanza … e il vecchio? Lo buttiamo, senza pensare che sarebbe utile magari a svolgere altre mansioni! La pandemia ha cambiato le regole del gioco dalla sera alla mattina: con il lockdown improvvisamente si sono delineati i bisogni veri dell’uomo, distinti nettamente da tutto ciò che è “superfluo”. Credo che ci ha insegnato, per esempio, che tutto ciò che ruota intorno ai settori alimentare e sanitario non può fermarsi, mentre il resto sì. Chissà se ora che le cose stanno man mano ritornando alla normalità si riuscirà ad essere più coscienziosi e che questo covid abbia fatto aprire le nostre menti …

E veniamo a noi, andiamo a scrutare al meglio il focus della puntata di oggi, il riuso creativo! Quante cose buttiamo al giorno senza pensare che potrebbero essere ancora utili, magari per un’altra funzione? Ci avete mai pensato? Con una buona dose di creatività, anche gli oggetti più impensabili possono conoscere una nuova vita, oltre quella cui sono destinati all’inizio. Riusare vuole dire contribuire alla salute dell’ambiente in cui viviamo, immaginando una seconda possibilità per tutti quei materiali, soprattutto quelli più difficili da smaltire, che sono parte della nostra quotidianità. Posso poi dire che dedicarsi ad attività di riciclo creativo è salutare, mantiene il cervello dinamico e aperto alla produzione di fantasia, innescando un processo di stimolazione cerebrale, senza considerare che si tratta di un modo piacevolissimo di trascorrere il tempo. Dal punto di vista economico, riciclare in modo creativo significa realizzare un triplo risparmio che comprende: il non spreco di un oggetto ormai desueto; la non necessità di acquistare un nuovo bene; il mancato costo economico e di tempo relativo allo smaltimento del rifiuto. Pensiamo alle bottiglie di plastica: quasi tutti le usiamo e anche in quantità davvero elevate. Sicuramente la plastica deve essere riciclata in modo convenzionale perché altrimenti ne rimarremo sommersi noi. Quello delle bottiglie è uno dei problemi più grandi perché spesso vengono abbandonate in mare o nell’ambiente invece di essere riciclate. Per degradarsi impiegano più di 500 anni. Potete usare le bottiglie di plastica per dar vita a vasi, contenitori etc.

Ormai è chiaro che in un’epoca come la nostra i concetti di riciclo, risparmio, recupero e creatività sono diventati fondamentali seppur sono attuati soltanto da una piccola porzione della popolazione italiana. Il motivo è abbastanza semplice. Si fatica un po’ a dover cambiare direzione e, alle volte, questo accade anche perché si è poco stimolati o informati! Dirò un qualcosa forse di scontato, ma ci tengo a sottolineare la differenza tra riciclo e riuso, che possiamo leggere proprio all’interno della direttiva europea 2008/98: per “riutilizzo si intendono tutte le operazioni che permettono di riutilizzare per uno stesso scopo prodotti che non sono ancora diventati rifiuti; mentre con il termine “riciclaggio” si parla di operazioni di recupero che consentono di ritrattare i materiali del rifiuto di cui siamo detentori, in maniera da ottenere nuovi prodotti, sostanze o materiali da usare sia per nuovi fini che per gli stessi per cui sono stati concepiti.” Ad ogni modo entrambi sono delle scelte, o meglio ancora degli approcci culturali, che incidono in maniera positiva sull’ambiente e sulla salvaguardia del Pianeta. Che si tratti di riciclo o di riutilizzo, a ben vedere, il fine è sempre lo stesso ed egualmente importante: dare una seconda vita a tutto quel che passa dalle nostre mani e agli oggetti che utilizziamo nel quotidiano. E per capire quanto fondamentale possa essere questo approccio culturale per la salvaguardia delle risorse del Pianeta basta misurarsi con le cifre dei nostri sprechi. Il provvedimento che ha avuto il merito di introdurre per la prima volta in Italia il tema della gestione sostenibile dei rifiuti è stato il Decreto Ronchi nel 1997. Una legge passata alla storia come strategia delle 5 erre dei rifiuti che ancora oggi torna molto utile per comprendere l’importanza (e la semplicità) del vivere con zero sprechi. La regola delle 5 erre include: riduzione, riuso, riciclo, raccolta e recupero. A distanza di 20 anni, oggi più che mai, queste cinque azioni dovrebbero diventare un mantra, entrare nelle aule scolastiche ed essere il fulcro della nostra quotidianità, attivare un modello economico basato su queste 5 regole e farle diventare uno stile di vita non è semplice, ma sicuramente urgente e necessario.

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