Continua il tour di Guido Coraddu in giro per l’Italia: prossima data sabato 24 Maggio, alle 21.00, presso il Mutuo Soccorso di Milano – Via Rizzoli, in occasione del Festival Piano City Milano. Questa data di maggio è una delle nuove tappe di un tour fra la Sardegna e il resto della Penisola, un concerto in cui è protagonista il jazz che ha origine in terra di Sardegna e che parte dalle tracce di Miele Amaro, il progetto – per pianoforte solo – dedicato all’esplorazione dello spessore e delle sfaccettature del jazz sardo. Il lavoro è nato nel 2022 con l’intento di capire se – oltre ad esserci tanti jazzisti sardi (un numero già considerevole per un territorio così scarsamente popolato) – esista anche un “jazz sardo”, che emerga dalla produzione dei suoi autori più legata alla specificità isolana. Da questa ricognizione è nato il CD Miele Amaro, che deve il suo nome alla omonima antologia della cultura sarda scritta da Salvatore Cambosu nel 1953.
Nel tempo il repertorio si è esteso: quello che oggi viene proposto in concerto è in gran parte diverso da quello registrato; l’attenzione si è spostata verso la produzione più recente, contemplando musiche quasi tutte scritte nel nuovo millennio, sia degli autori più noti, come Paolo Fresu, Enzo Favata, Gavino Murgia o Paolo Angeli, quanto delle figure emergenti di questi ultimi anni, in modo da fornire una visione più attuale del panorama jazzistico sardo.
“Anche il mio stesso modo di suonare è diventato più personale, sia nelle improvvisazioni (che costituiscono il 90% del concerto), sia negli arrangiamenti. Alcuni brani sono forse ancora in trasformazione, e probabilmente hanno ancora bisogno di essere suonati ancora un po’ in pubblico prima di arrivare ad una forma definitiva. Chi si trovasse ad ascoltare qualcuno dei concerti di questi mesi, da una sera all’altra assisterebbe a esecuzioni molto diverse degli stessi brani. Quell’ arcipelago di esperienze che costituisce, in effetti, il jazz sardo finisce per riflettersi nelle mie stesse interpretazioni.” – Guido Coraddu.
Nel 2022, con il CD Miele Amaro, Guido Coraddu ha avviato una esplorazione del jazz scaturito dalla fantasia dei musicisti sardi, alla ricerca di un denominatore comune che unificasse il loro atteggiamento nel confrontarsi con la propria identità insulare; un jazz sardo che si connotasse come una espressione riconoscibile di uno dei più fecondi linguaggi artistici praticati nell’isola in epoca contemporanea.
Da allora il lavoro si è espanso sia nel repertorio che nelle direttrici, e ne emerge un panorama frastagliato, che rappresenta l’isola non tanto come un insieme omogeneo quanto come Arcipelago di esperienze caleidoscopiche. Questa suggestione richiama l’immagine che la Sardegna offre di sé quando si arriva, di notte, con l’aereo: i paesi sorgono come isole di luce in mezzo ad un buio intenso, come una costellazione di isolotti dai contorni indefiniti.
Nelle trascrizioni ed improvvisazioni pianistiche di Coraddu si può ascoltare una parte di questo patrimonio musicale: la tromba di Paolo Fresu e l’arpa di Marcella Carboni, la chitarra preparata di Paolo Angeli ed il sassofono di Enzo Favata, gli echi di Massimo Ferra, di Billy Sechi e dei Cadmo di Antonello Salis e Riccardo Lay, e le proposte di Gavino Murgia e Sebastiano Dessanay. Quarant’anni di musica e almeno tre generazioni di musicisti in un percorso attraverso i sentieri che dalla Sardegna portano al Jazz e ritorno.