Il principe delle pezze: da Resina ai palcoscenici del mondo, la storia di Rocagi

C’è un piccolo regno a Ercolano dove i tessuti raccontano storie. Dove ogni abito ha una voce, e ogni piega conserva un ricordo di scena, di palcoscenico, di set. È il mondo di Catello Russo, titolare di Rocagi, la storica bottega nata nel cuore del mercato di Resina, oggi punto di riferimento per il cinema e il teatro in Italia e all’estero. Un mondo che è valso a Catello il soprannome di “principe delle pezze”, e che l’ha portato ad essere selezionato tra le società partnership del Club Terraviva, progetto fondato dal cantautore Luigi Libra per valorizzare i talenti, le eccellenze, gli artigiani e gli imprenditori del Sud.

La storia di Rocagi è una storia di famiglia, di umiltà e di visione. «Negli anni ’90 abbiamo riaperto il commercio che mio padre Antonio aveva iniziato nel dopoguerra. Lui aveva solo uno spazio a terra, noi abbiamo aperto una vera bottega dentro il mercato di Resina – racconta Catello, con la voce rotta dal ricordo. Papà non poteva portare pesi, ma aveva tanti sogni. Noi figli eravamo le sue braccia».

Inizia così il cammino di Rocagi: dai banchi del vintage, vendendo ogni tipo di abito, fino all’incontro decisivo con costumiste e costumisti. «Io osservavo tutto, chiedevo, memorizzavo. Non ero del mestiere, ma avevo fame di capire – spiega Russo». Nel tempo, la bottega ha cominciato ad attirare l’attenzione delle produzioni cinematografiche, diventando un punto di riferimento per il noleggio di costumi d’epoca, molti dei quali risalenti agli anni ’60, ’70 e persino al ‘700.

Oggi Catello collabora con i più importanti teatri d’opera italiani e ha lavorato a produzioni come House of Gucci, Partenope, L’Amica Geniale, Il Paradiso delle Signore e Enzo Tortora – Una ferita italiana. Nel 2023 ha vinto il premio Pellicola d’Oro a Roma come Sartoria cineteatrale per il film Esterno Notte di Marco Bellocchio. In media, Rocagi fornisce costumi per 20-40 produzioni all’anno. «Non sono una sartoria, ma ho un patrimonio che va raccontato – sottolinea con orgoglio».

Il suo sogno? Far nascere un museo del costume a Resina. «Solo io ho un centinaio di abiti del ‘700 e ‘800. Ma ogni vecchio commerciante di Resina ha un tesoro. Bisognerebbe metterli insieme, raccontarli – dice con passione. Altrove fanno il museo della zappa, della bottiglia. E noi qui, che abbiamo fatto la storia del costume, non abbiamo niente. Serve qualcuno che abbia una visione.

«E a proposito di visione, sono davvero felice di far parte del Club TerraViva; Luigi Libra, il suo presidente e fondatore ha creato questa realtà associativa per dare visibilità e raccontare le storie delle eccellenze del nostro territorio».

La vita e l’opera di Catello sono state raccontate anche in un documentario dal titolo Il principe delle pezze, realizzato dal regista Alessandro Di Ronza e trasmesso su Sky. Un omaggio a un uomo che ha saputo trasformare la memoria in mestiere, e il mestiere in arte. «Immaginarlo è una cosa, viverlo qui dentro è un’altra» – dice Catello, con l’invito aperto a visitare la sua bottega, dove ogni tessuto aspetta solo di essere scelto per tornare a raccontare una nuova storia.