“Reggi qui un attimo” al teatro Sala Ichos di Napoli: la prima è già sold out

Sabato scorso, 17 maggio, al teatro Sala Ichos di San Giovanni a Teduccio di Napoli, è andato in scena lo spettacolo “Reggi qui un attimo” della regia di Patrizia Eger, interpretato ancora da Patrizia Eger, affiancata da Maria Strazzullo. Patrizia Eger ha formato di recente la compagnia Eva & Lola.

Tra citazioni filosofiche erudite (rese fruibili, tuttavia, tramite un codice non solo linguistico, ma espressivo, di tipo leggero e scanzonato), sketches comici e divertenti, il pubblico in sala non si annoia di certo, anzi, sorride, ride e pensa.

La  pièce, infatti, stimola e invita  a più di uno spunto di riflessione.

“Reggi qui un attimo” al teatro Sala Ichos di Napoli: la prima è già sold out

Le note di regia di “Reggi qui un attimo”

Tra le note di regia è possibile leggere «La guida per comporre lo spettacolo è una bussola innamorata, orientata da  suggestioni e memorie d’amore, dal Mito a Me, dal Paradiso a Napoli.  Uno spettacolo a metà tra concerto e conversazione sull’amore. In scena due donne che, con ironia e leggerezza , si interrogano sulle decine di  manifestazioni dell’amore sfiorate o sperimentate nel tempo: dagli amori idealizzati e  poi perduti a quelli che durano nel tempo, dalle lettere scritte ma mai spedite,  all’amore trasformato dall’era digitale, fino all’amore per la propria terra, intrecciando  il tutto con la musica napoletana classica (R affaele  Viviani, G iuseppe  Capaldo) in un dialogo continuo tra parole e suoni, perché solo dopo aver attraversato molti punti ciechi capiamo qual è la nostra personale figura dell’amore. Vo rremmo che ogni replica fosse un’evoluzione delle precedenti, ogni volta una melodia diversa da portare a casa, perché ogni amore si fa carico di quelli che lo hanno preceduto, provando a trasfigurarli in altro, a cambiarli in meglio.Il titolo “Reggi qui un attimo”,  titolo ispirato alla figura di Atlante è un invito a scrollarsi di dosso, solo per un m omento, il peso che portiamo nel cuore o quei segreti nascosti  tra le mura di casa, troppo grandi per e ssere affrontati da soli. “L a musica aiuta a prendere decisioni irreversibili. Non è un passatempo.  È  aspirazione  a  non  restare  esseri  inutilizzati  nel  forno  di  passioni  che  il  cosmo  può  diventare. È tutto un poter essere, un sospingere. E un ritrarsi, un amoreggiare del corpo: che si volge sotto il cielo. Fino a che il cielo sei tu. E il pensiero una cosa che amo. E l’inutile una cometa. E la strada che porta da te l’oceano Ma tu, in ogni caso, aspettami”, C. Badii (psichiatra)”». 

Un mix di elementi fortunati

A condire ulteriormente questo mix, già molto ricco e ben assortito, tra il varietà post moderno di nuova generazione e l’avanspettacolo più tradizionale dal sapore vintage, interviene anche l’esecuzione musicale di Sergio Mautone, il quale, alternando, in modo sapiente, pianoforte e chitarra, accompagna, in modo assai gradevole, le esibizioni (anche canore) della Eger e della Strazzullo.

Belli e sfaccettati i testi della drammaturgia che portano la firma dello psichiatra Claudio Badii e delle scrittrici Clelia Moscariello e Monica Scoppa.

La scenografia ha previsto l’utilizzo prevalente del colore rosa, come a voler ricordare il tema cardine della rappresentazione, l’amore, nel frattempo,  si segnala anche che  l’intero materiale usato per  allestire il palco è  di origine riciclata o di riadopero.

Il cambiamento di genere di Patrizia Eger dopo “Anna Cappelli”

Patrizia Eger cambia totalmente genere in seguito alla sua riproposta della ruccelliana  “Anna Cappelli portando in scena questa volta, con audacia, senza alcuna esitazione narrativa, la tematica principe dell’amore, declinandola, nella fattispecie in questione, in modo originale e spassoso, ma non superficiale.

La tematica principe dell’amore in “Reggi qui un attimo”

Perché, probabilmente, il peso stesso del nostro ‘mondo’ va a reggersi proprio su quell’elemento misterioso, ancestrale, eppure così centrale dell’amore. Perché le donne, per motivi naturali, o secondo altri, forse, più, per ragioni culturali, sono quelle più avvezze a “sopportare”,  perché anche le opere  che intendono educare  a proposito della violenza di genere possano individuare linguaggi comunicativi nuovi, perché l’amore, il fulcro delle nostre tribolate esistenze, non diventi mai ‘tabu’ ma resti costantemente ‘argomento del giorno’.

Intanto, la prima di  “Reggi qui un attimo” conquista il sold out assoluto e noi non possiamo fare a meno di consigliarvelo.

Anna Giordano

Foto di Carlo Farina