Napoli – 17 aprile Teatro Acacia Mr Scapriciatiello Tributo ai 100 anni di Aurelio Fierro

Mr. Scapricciatiello – Tributo ai 100 anni di Aurelio Fierro

Questa serata al Teatro Acacia vuole essere un tributo ad Aurelio Fierro in ricorrenza dei 100 anni dalla sua nascita. Accompagnati dalla Fierro’s Band, parteciperanno   alla   serata: Gianni Aterrano, Lucia Cassini,  Roberto Colella (La Maschera), Raffaello Converso, Lino   D’Angiò, Angelo Di Gennaro, Fabrizio Fierro, Aurelio Fierro Jr, Il Giardino dei Semplici, Valerio e Massimo Jovine, Kalika, Francesco Malapena, Nicola Mormone,  Walter Ricci, Gino Rivieccio, Dario Sansone (Foja), Monica Sarnelli, Valentina Stella, The Super4, Mario Trevi, Lino Vairetti e Gianfranco Gallo.

Aurelio Fierro fu alfiere e protagonista della canzone della sua terra: a Napoli, dove da consigliere comunale, negli anni Settanta, si adoperava per promuoverla e difenderla, e all’estero, soprattutto in Giappone, dove era popolarissimo. Ma il suo lavoro lo portava anche in Canada, e negli Stati Uniti, dove divenne celebre fra le comunità italoamericane, e poi in Europa e Australia.

Nato a Montella, in provincia di Avellino, il 13 settembre del 1923, un primo contratto nel 1951 con la “Durium” di Milano, per incidere canzoni napoletane e non, Fierro compie la sua scelta decisiva nel 1954, quando decide di fare il cantante, piuttosto che l’ingegnere, professione alla quale gli studi lo avrebbero destinato. Cinque bis per O’ scapricciatiello, richiesti da un pubblico in deliro alla festa di Porta Capuana decretano per lui un consenso popolare straordinario, oltre che un autentico record.

Inizia così un percorso ricco di esperienze diverse. Le tournée in Canada e negli Stati Uniti (dove diventa “Mister Scapricciatiello” e “Mister Guaglione”); in Giappone, dove nella sua biografia si registrano applausi lunghi otto minuti per “Core ‘ngrato”. Fra i suoi successi anche “Lazzarella“, la canzone intorno alla quale fu costruito anche uno dei suoi film, i cosiddetti “musicarelli”: lui era fra i protagonisti, insieme a Domenico Modugno, Tina Pica, Alessandra Panaro.

Poi ci sono le partecipazioni ai festival: quello della canzone napoletana, con tre vittorie, e Sanremo, nel 1958, nel 1959, nel 1961, poi nel 1962 in duo con Gino Bramieri nell’interpretazione di Lui andava a cavallo. Torna anche nel 1963, insieme a Claudio Villa, con “Occhi neri e cielo blu“.

Nella sua Napoli, come consigliere comunale della Democrazia cristicana, sognava un museo della canzone napoletana, con tanto di teatrino per i turisti. Un progetto avviato e naufragato, che avrebbe dovuto realizzarsi nella Casina dei Fiori della Villa comunale. Mise in piedi anche una casa discografica, la “King Universal”, e un ristorante, “A’ canzuncella”, che richiamava i clienti soprattutto il sabato sera, quando interveniva lui, con un “dinner show”.

Attirato dall’idea di approfondire le origini della cultura napoletana, quelle linguistiche de Lo cunto de li cunti, fu autore di una Grammatica della lingua napoletana, con prefazione di Antonio Ghirelli, e di un libro commissionatogli dalla Rusconi di Milano, Fiabe e leggende napoletane. Non arriver� mai alle stampe invece la Enciclopedia storica della canzone, un progetto in quattro volumi che lo impegn� dai primi anni Novanta. La sua ultima esibizione, un anno e mezzo fa, per festeggiare i suoi ottant’anni. A Santa Maria La Nova, naturalmente nella sua Napoli.

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