Tra le pagine di Beirut 1983: intervista allo scrittore A. W. Cavalera

In questa intervista con A. W. Cavalera, autore di “Beirut 1983 Storia d’amore e di guerra”, un romanzo avvincente che ci trasporta nel cuore della guerra civile libanese. Con una trama ricca di avventura, amicizia e amore, il libro esplora le vite intrecciate di due uomini e una donna impegnati in una missione che sfida i confini tra guerra e pace

Qual è stata l’ispirazione dietro il tuo romanzo “BEIRUT 1983 Storia d’amore e di guerra”?

La voglia di scrivere è stata sempre latente in me. Sono un grande lettore “onnivoro”, leggo moltissimo, ma da troppo tempo la narrativa si incentra su gialli o thriller e così ho pensato di scrivere un romanzo in cui ci sia tutto: una storia d’amore, una grande amicizia, un evento drammatico come in questo caso una guerra, tutti gli ingredienti di un romanzo d’avventura.

Parlando di protagonisti, come hai sviluppato i personaggi principali, in particolare Antonio Leccese, Michele Esposito e Federica Migliore?

Antonio Leccese ha qualcosa di autobiografico, soprattutto all’inizio del romanzo, ma poi il personaggio spicca il volo per suo conto. È il classico giovane italiano medio degli anni ottanta con tutti i difetti del retaggio culturale di una piccola borghesia del Sud, superficiale, fanfarone, grande sognatore, impulsivo, si crede un adone nei rapporti con l’altro sesso rivelandosi invece una frana.

Michele Esposito è invece il suo esatto opposto, ha i piedi piantati per terra e proviene da una famiglia quasi sull’orlo dell’indigenza. Non può permettersi le grandi aspirazioni di Leccese ma ne ammira la sua spregiudicatezza, uomo concreto i suoi affetti e le sue aspirazioni riguardano la famiglia e l’amore verso la sua ragazza, è il vero alter ego del protagonista fungendo quasi da “coscienza” riguardo l’amico. Federica Migliore è una donna maturata precocemente da una vita dura e piena di ostacoli. Malgrado la sua estrema dolcezza e la sua femminilità ha un animo forte forgiato dalle molte avversità del destino e, durante l’avventura, si troverà di fronte ad una ennesima drammatica scelta. 

Il contesto della guerra civile è un elemento significativo nel tuo romanzo. Come hai gestito la delicata bilancia tra la narrazione di una storia d’amore e di guerra?

La guerra in Libano fino a certo punto rimane da sfondo in questa storia, come se per i protagonisti la missione fosse una sorta di scampagnata, questo fino a quando la guerra non li investirà in pieno con la sua violenza inaudita. La guerra con tutti i suoi tragici risvolti sarà un motivo di riflessione e porterà in luce i lati positivi di ognuno dei protagonisti soprattutto per Leccese che riuscirà finalmente a superare, in parte, il suo egoismo narcisista.

Cosa ti auguri che i lettori traggano dalla lettura di “BEIRUT 1983 Storia d’amore e di guerra”?

Mi auguro che i lettori trovino il piacere della lettura, la voglia di scorrere le righe leggendo avidamente le pagine per vedere come andrà a finire la storia e nello stesso tempo l’ansia di vedere approssimarsi la fine del testo come succede a me quando leggo un romanzo vero.

Ci puoi dare un’anteprima dei tuoi prossimi progetti letterari? Hai in cantiere nuovi romanzi o stai

esplorando altri generi?

Sono già pronti due seguiti al libro che, mi assicura chi li ha già letti, sono ancora più avvincenti del primo. Mi auguro che il libro sia gradito ai lettori per poterne pubblicare il seguito.

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