No shopping? No party! Shopping sfrenato, la droga di una finta felicità

Mancano ormai 2 settimane esatte alla vigilia di Natale, tutti noi siamo affaccendati tra decorazioni, inviti da fare, leccornie da gustare e, non in ultimo, regali da acquistare! Ecco, questo è il punto che ha fatto accendere una lampadina nella mia mente: regali da acquistare significa shopping, girare per acquisti … e allora perchè non parlare di shopping “compulsivo”? Attenzione, la mia è un’analisi a tutto tondo, non intendo giudicare lo shopping dei doni natalizi per intenderci! La mia intenzione è solo quella di approfondire un fenomeno che si sta allargando sempre di più, ma che in realtà affonda le sue radici nella psiche umana da sempre. 

E vorrei iniziare puntualizzando un dettaglio che penso sia importante: si dice compulsivo si, ma più che compulsivo dovremmo definirlo eccessivo, sfrenato, perché in realtà il soggetto in questione non vive la spinta ad acquistare come contraria a ciò che desidera fare. Allora, secondo uno studio del Taiwan’s National Health Research Institute fare shopping allevia la tensione e riduce lo stress. Ho letto di questa ricerca basata su una vera analisi condotta analizzando 1.900 persone ambosessi con un’età superiore ai 65 anni in perfetta forma fisica ed è stato chiesto loro di rispondere alla domanda “Quanto shopping hai fatto negli ultimi 5 anni” : “tanto” “poco” “mai”. Incrociando i dati, la mortalità delle persone che si son sempre concesse un po’ di sano shopping, è inferiore di quasi il 30%. In effetti tanto torto non hanno questi ricercatori … a chi non è mai capitato, sentendosi magari un po’ giù di corda, di regalarsi una pausa relax dedicandosi a un po’ di shopping? Qualunque sia stato l’acquisto che ci siamo concessi, alla fine ci siamo sentiti gratificati e il nostro malumore si è dissolto, o almeno attenuato. Ogni tanto è importante concedersi un lusso, perché ci aiuta a stare meglio con noi stessi, a patto che non vengano fatte spese folli ma piccoli acquisti che aiutano a prendersi cura di sé, soprattutto se le possibilità non sono molte. Allora mi domando … ma lo shopping può rendere davvero felici?

Ed eccoci ad un altro punto, fondamentale della nostra indagine: Black Friday, Natale, San Valentino …  qualsiasi occasione è buona per comprare, e spesso per comprare a ripetizione, magari senza averne bisogno. Sembra quasi una fame diabolica, uno stomaco senza fondo che non riesce a saziarsi … Comprare prodotti piace a tutti ma, se non si riesce a mantenere un po’ di lucidità, si rischia di spendere più di quello che il budget mensile permette mettendo in serie difficoltà se stessi e tutta la famiglia. Se qualcuno ha visto il film “I love shopping” probabilmente si è fatto un’idea di cosa si intenda quando si parla di shopping compulsivo, che non è quella piccola spesa pazza fatta una volta ogni tanto soprattutto perchè è slegato dalla finalità dell’acquisto: è il gesto stesso di acquistare qualcosa a creare un momentaneo senso di piacere nella persona. La virtù dovrebbe essere sempre nel mezzo, ma quando si spezza il filo della lucidità si rischia di restare intrappolati nella gabbia dello shopping compulsivo! Ecco, ma cos’è lo shopping compulsivo? Ecco, è un vero e proprio disagio personale, lì dove l’irresistibile impulso di avere ogni cosa diventa una fittizia necessità. Comprare può saziare un momento di vuoto ma l’oggetto in sé non colma il vuoto che rimane tale, acquisto dopo acquisto! Come riconoscerlo? Semplice, cercare di frenare gli acquisti senza riuscirci ad esempio, quindi essere incapaci di contenere l’istinto; oppure sentirsi male se qualsiasi tipo di impedimento dovesse impedire l’acquisto … veri piccoli ma significativi campanelli d’allarme!

Parliamo ora di shopping e influencer: post, foto, video ed in generale tutto ciò che è generato dagli influencer per la precisione, spesso molto subdoli, in grado di influenzare ( appunto ) la scelta di acquisto pur non facendone esplicita pubblicità. Fanno in modo che tutto appaia come una condivisione disinteressata e spontanea della propria vita quotidiana. Per carità, se il loro mestiere è questo nulla si può dire, stanno lavorando in realtà, ma cosa dire visto e considerato che chi segue il modello influencer sono parte di un pubblico giovanile facilmente influenzabile? Tutta questa ostentazione di benessere e ricchezza può essere causa di disagi tra ragazzi che magari non possono permettersi oggetti o vestiti sponsorizzati da queste persone così popolari … Tra i 18 e i 30 anni di solito si conquista la propria libertà economica, e proprio in questa circostanza, vuoi per apparire vuoi per desideri, si fanno acquisti di ogni genere e sfrenati, anche se non sono proprio necessari; fin qui sembra tutto normale, rientra nella routine della vita. Il problema inizia a sorgere nel momento in cui questo bisogno diventa necessario, quasi di vitale importanza. Quest’ultimo punto desta la mia preoccupazione, motivo per cui … ognuno di noi, anche se non affetto da questa patologia, dovrebbe farsi credo delle domande prima di fare acquisti: perchè abbiamo continuamente bisogno di riempirci di oggetti? perchè le cose non ci bastano mai? perchè non riesco a godere di quello che già ho e devo invece sostituirlo continuamente con qualcosa di nuovo? Di cosa sento bisogno?

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